News
Tutte le news che ci riguardano

Diario

11 Febbraio 2020
Giornata del malato


Come da tradizione ogni anno l’11 febbraio le case di riposo di Santa Maria di Feletto, Santa Croce del Lago, Pedavena e Santa Lucia di Piave si riuniscono in occasione della Giornata Mondiale del Malato.
Quest’anno ci siamo recati presso il Santuario del Beato Fra Claudio a Chiampo (VI).
Appena arrivati siamo stati accolti da Suor Valentina che ci ha illustrato la storia del Beato e del Santuario.
Il pellegrinaggio terreno di Fra Claudio inizia il 23 agosto 1900 per concludersi il 15 agosto 1947, solennità dell’Assunzione di Maria al cielo, come predetto dal santo pellegrino.
Interrotta la frequenza scolastica all’inizio del terzo anno delle elementari, causa le tristi situazioni familiari createsi dopo la morte del padre, Riccardo lavora, come apprendista, nelle botteghe di artigiani e come muratore nella piccola impresa edile del fratello Giovanni.
Riccardo, fin da piccolo, sente una forte inclinazione verso l’arte, una vocazione artistica naturale e innata. Incoraggiato e sostenuto dalla famiglia, e dal parroco don Vittorio Morando, Riccardo si trasferisce a Venezia. Sostiene e supera gli esami di maturità artistica, premessa indispensabile per iscriversi alla scuola di scultura nell’Accademia. Ne uscirà, dopo quattro anni (1929) con il titolo di professore di scultura, a punteggio pieno 10/10 con lode.

Il prof. Riccardo è uno scultore ormai affermato. Ma il successo, la fama lo lasciano inquieto. Perché?
Sente che il percorso finora seguito non lo soddisfa. Ce ne deve essere un altro, magari più difficile, ma che lo entusiasmi a camminare. Percepisce che il “bello” e il “bene” sono inseparabili sia nell’arte sia nella vita.
Riccardo medita, prega, soffre, cerca. Trascorre notti intere dinanzi al Santissimo Sacramento, dal quale sarà sempre più illuminato e motivato nella scelta radicale di vita: un taglio netto con il Mondo. Una scelta, tuttavia, che non gli impedisca di esercitare nella vita il “bene” ed esprimere il “bello” nell’arte. Il 27 Novembre 1933 entra in convento, a San Francesco del Deserto (VE), per dedicarsi esclusivamente a Dio e all’arte sacra.
Quattro mesi dopo la vestizione deve lasciare l’incantevole isoletta della laguna veneziana per il primo, grandioso lavoro commissionatogli dai superiori: la grotta di Lourdes, a Chiampo.
Si reca a Lourdes per studiare e contemplare l’originale. In un anno realizza questa immensa scultura con incessante lavoro di cazzuola e scalpello. La grotta finita rende l’ambiente lourdiano con tale verità da fargli dire: “Qui in molti verranno a pregare!”.
Inaugurata la grotta il 29 Settembre 1935, Riccardo ritorna a San Francesco del Deserto per iniziare l’anno canonico del noviziato, come fratello laico (7 Dicembre 1935). Da quel giorno il Prof. Riccardo Granzotto si chiamerà semplicemente Fra Claudio.

La Grotta è il fulcro di tutto il grande movimento religioso-mariano, nato dalla volontà dei Frati Minori di ripresentare qui a Chiampo l’ambiente e il messaggio di Lourdes.
Edificata in cemento e ferro nel 1935 dal Beato Claudio Granzotto con devozione e competenza, è copia fedele di quella dei Pirenei in Francia.
La statua dell’Immacolata – in marmo di Carrara – fu scolpita dal Beato, che infuse nel marmo la sua profonda venerazione alla Vergine.
Durante la costruzione della grotta, quando sembrava venir interrotta da contrarietà insormontabili e restare un sogno infranto, il beato Claudio profetizzò: “Questa grotta diventerà un luogo di preghiera e qui verrà tanta gente…”
Inaugurata il 29 Settembre 1935, si può considerare a pieno titolo come “Icona” ovvero una riproduzione che incorpora in se, per fedeltà e precisione d’esecuzione, lo spirito dell’originale.
Ai piedi della Grotta c’è la tomba del Beato Claudio, dove il devoto si ferma a parlare con il beato e sperimentare la sua promessa: “aiuterò e consolerò tutti”.
Dopo aver ascoltato la storia del Beato ci siamo recati alla grotta e poi nella chiesa nuova per la Santa messa.
Non è mancato il consueto appuntamento conviviale tutti insieme. In questa occasione i direttori delle case di riposo di Santa Lucia di Piave, Pedavena e Santa Maria di Feletto hanno ricordato e sottolineato l’importanza del volontariato negli ambienti di cura. Donare il proprio tempo a chi ne ha bisogno è il regalo più bello che una persona possa fare.
In conclusione ci siamo dati l’appuntamento al prossimo anno...

Immagini
  • 20200211_163713
  • 20200211_163721
  • 20200211_164912
  • 20200211_164927
  • 20200211_171742
  • 20200211_171756
  • 20200211_172416
  • 20200211_172522
  • 20200211_172556
  • 20200211_172709
  • 20200211_172749

07 Dicembre 2019
E' arrivato il Natale...

La magia del Natale è arrivata anche da noi. La Casa brilla di luci e decorazioni realizzate dagli ospiti durante il laboratorio di manualità e alcuni addobbi anche in collaborazione con il vicino Centro Infanzia "Girotondo delle Età".
Il Natale risulta essere un periodo contraddistinto da semplicità, amore e passione. Ed è proprio la passione che ha guidato le mani della nostra collega Anna Fadelli durante la realizzazione dei presepi esposti presso la Sala del caminetto e presso la Sala bar “Al Rocol”.
Due vere e proprie opere d’arte che riscaldano il cuore di chi le osserva.
Grazie Anna.
Immagini
  • IMG_3749
  • IMG_3737
  • IMG_3738
  • IMG_3742
  • IMG_3744
  • IMG_3747
  • IMG_3750

30 Novembre 2019
"Nono conta 'na storia" - Compagnia Teatrale "Le Fuische"

In occasione della Festa dei Compleanni degli ospiti nati nel mese di Novembre, abbiamo ospitato la compagnia Teatrale “Le Fuische”.
Lo spettacolo che ci hanno proposto ha ripercorso le tradizioni venete.

Attraverso i racconti e le musiche del gruppo musicale, diretto da un maestro, e composto da una fisarmonica e due chitarre, hanno raccontato fatti accaduti, modi di vivere, sentimenti, speranze e delusioni.

E’ stato uno spettacolo coinvolgente ed emozionante che ha fatto tornare in menti ai nostri ospiti la loro gioventù.

Alla compagnia Teatrale “Le fuische” va il nostro caloroso ringraziamento con l’augurio di vederci presto per una nuova rappresentazione.

25 Ottobre 2019
PRIMO PREMIO AL CONCORSO NAZIONALE DI “BUONE PRASSI ED INNOVAZIONE DI CURA” AL PROGETTO SULLO SCAMBIO INTERGENERAZIONALE

IL NUOVO TRAGUARDO PER LA FONDAZIONE DE LOZZO DA DALTO ED IL CENTRO INFANZIA “GIROTONDO DELLE ETA’” DI SANTA MARIA DI FELETTO

La Fondazione “De Lozzo Da Dalto” ed il Centro Infanzia “Girotondo delle Età” di Santa Maria di Feletto rappresentano, nel panorama italiano, un modello a cui guardare, orientato al futuro, verso l’Europa del III° millennio.
Si sono svolti a Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, tre giorni di confronto e scambio sulle migliori esperienze internazionali nell’ambito dei servizi alla persona. Il Congresso “Evoluzione dei modelli di assistenza alla persona e integrazione socio sanitaria nel terzo millennio – scenari, prospettive, sostenibilità e incognite”, organizzato da Ansdipp, Associazione nazionale dei Manager del Sociale e del Socio-sanitario, ha visto riuniti oltre 200 esperti di welfare a livello nazionale ed internazionale. Quale scenario migliore per promuovere la cultura dei servizi alla persona, la cultura della cura e del prendersi cura, oltre che della sostenibilità.
Un congresso denso di contenuti, un’occasione importante di confronto per fare il punto sullo stato dell’arte e sul futuro del welfare, un’occasione per riflettere sull’importanza della cultura manageriale e sulla qualità dei servizi erogati. Uno sguardo al futuro e all’innovazione che deve coniugarsi al meglio con gli aspetti delicati della relazione umana ed emotiva, specialmente nell’assistenza alle persone più fragili e non autosufficienti.
E’ stato ribadito quanto siano fondamentali, l’umanizzazione dei servizi, le nuove tecnologie, le buone prassi, la gestione del personale, la cultura del far bene.
Venerdì 25 ottobre, presso la suggestiva “Casa Cava”, è stato premiato il progetto “Il Sentiero tra le Generazioni” - che queste due strutture portano avanti da tanti anni - come miglior prassi nell’ambito del concorso nazionale “Buone prassi e innovazione di cura”.
Un riconoscimento importante, dunque, al valore della progettualità, alla professionalità e all’impegno che queste due strutture profondono da più di vent’anni nell’ambito della presa in carico della persona, della promozione della qualità di vita e dei contesti educativi, in sostanza, del benessere di tutte le persone, anziani e bambini, di cui si occupano.
Il progetto si colloca, infatti, nell’area di ricerca del benessere delle fasce più fragili della popolazione, quali anziani e bambini nella fascia d’età 0-6. Questa pratica si concretizza, sostanzialmente, in laboratori intergenerazionali che si sviluppano all’interno del centro residenziale o nella scuola, nelle aree all’aperto del giardino e del bosco circostante, ma anche contemporaneamente in tutti questi spazi. Le attività proposte riguardano la sfera motoria, socio–relazionale-emotiva, ricreativa, didattico-educativa, ma anche rieducativa e sono caratterizzate dalla condivisione della progettazione e della programmazione tra i due enti, dalla continuità delle stesse, durante tutto l’anno, da vent’anni.
Attraverso il progetto “Il Sentiero tra le Generazioni” viene promossa la cultura della solidarietà e del rispetto per l’altro, l’inclusione sociale, l’educazione alla convivenza civile e alla cittadinanza attiva, valori fondanti nella crescita degli adulti di domani.
Una cornice perfetta, quella di questo convegno internazionale, che ha confermato il valore delle relazioni umane e l’importanza della cura dei contesti e la qualità dell’offerta, intesa sia come spazio di vita, che di educazione e di crescita.
Il fatto che tutto questo si sia svolto a Matera, nel suo ruolo istituzionale di Capitale Europea della Cultura, ha posto attenzione all’aspetto culturale, di cui forse poco si parla, ma che sottende il grande operato svolto da questo tipo di istituzioni.
E, in effetti, cosa c’è di più importante, culturalmente parlando, che occuparsi degli altri?

14 Settembre 2019
Alzheimer Fest - Treviso

Venerdì 13 settembre 2019 è stato per me un onore poter partecipare come relatrice all’iniziativa Cinquanta sfumature di cura dell’Alzheimer Fest di Treviso.
All’interno della sessione riguardante la famiglia ho infatti presentato il nostro progetto di Gruppo di auto mutuo aiuto per i familiari degli ospiti, un gruppo che si incontra un sabato al mese, dedicato alle persone di riferimento dei nostri ospiti, perché anche chi si prende cura ha bisogno di essere accolto e riconosciuto nelle proprie difficoltà, ma soprattutto di veder compreso e accettato il proprio vissuto, con la speranza di poterlo accettare anche a propria volta.
Il nostro gruppo è nato 3 anni fa e, naturalmente, nel corso del tempo è cambiato, in alcuni casi volontariamente (chi ha partecipato per un periodo e poi ha deciso di concludere la sua esperienza), in altri per il decesso del proprio caro ospite della struttura.
Da circa un anno, però, i membri del gruppo si sono per così dire stabilizzati e la particolarità – oltre che la forza – del gruppo attuale consiste proprio nella sua varietà: sia come età (la persona più giovane è poco più che trentenne, quella più anziana è poco più che ottantenne), che come status (chi è figlio, marito, nuora, genero, nipote,…), ma anche per quanto riguarda la presenza del proprio caro in struttura: ci  sono infatti dei membri del gruppo che hanno perso il proprio familiare, ma nonostante il lutto hanno scelto di continuare a partecipare, per il piacere del confronto, sempre arricchente, col gruppo.
E’ una grande soddisfazione per me vedere la sintonia e l’unione di queste persone, che da sconosciute tra loro si sono trasformate in "club", come qualcuno di loro ama definirsi, ed è sempre emozionante vedere come i rapporti tra loro siano cambiati, al punto di veder nascere legami di amicizia che crescono anche al di fuori dell’occasione mensile di incontro del gruppo.
Quando è stato deciso che avrei partecipato a questa iniziativa, durante un incontro ho chiesto quali fossero i temi a loro avviso più importanti per spiegare che cosa significa per loro questa esperienza e mi sono stati offerti mille spunti, che ho presentato, con le loro stesse parole, al tavolo di discussione, che ha molto apprezzato la loro voce e il loro punto di vista.

Psicologa Clara Furlan